Il 3 marzo 2024, alla presenza dell’Assessore alla Cultura Enzo R. Laforgia, è stata inaugurata presso il Castello di Masnago, la scultura di Niccolò Mandelli Contegni, Incontro al piantone con Lucia che ha preso forma dal tronco del famoso e centenario esemplare di Cedro dell’Atlante di via Veratti (Cedrus atlantica (Endl.) G.Manetti ex Carrière) meglio noto in città come “Il Piantone”, abbattuto il 22 luglio 2019 dopo aver resistito per decenni ad intensi attacchi parassitari fungini penetrati nelle sue radici da ampie ferite inferte dal susseguirsi di attività urbanistiche durante la sua lunga vita .
Il piantone venne messo a dimora nel 1870 da Giulio Adamoli, garibaldino e senatore del regno che piantò numerosi esemplari mediorientali proprio nel giardino della sua abitazione. A partire dal 1923-1927, nel corso dei lavori di fluidificazione del traffico della via Veratti, del giardino rimase solo il pregevole albero in una piccola aiuola di roccaglia in “ceppo d’Olona”.
L’albero subì ulteriori e più gravi ferite negli anni ’80 del secolo scorso in occasione del rifacimento della copertura del torrente Vellone, che ancora scorre in sotterranea lungo il tracciato di via Veratti.
Nel 2021, in seguito ad un avviso pubblico del Comune di Varese, volto alla valorizzazione del legname del piantone, l’artista Niccolò Mandelli Contegni, è stato incaricato di eseguire questa scultura di due metri e mezzo oggi posizionata sotto il portico all’ingresso del Castello di Masnago e donata ai Musei dallo scultore stesso.
L’Assessore Laforgia commenta: «Questa scultura ha il valore di una testimonianza che consegna a memoria imperitura un albero che ha fatto parte della storia cittadina di cui ha visto mutamenti e trasformazioni. E’ stato così tanto amato da generazioni di varesini che è significativo che una parte di esso, trasformato in un’opera d’arte, entri a far parte del patrimonio dei Musei Civici».
L’artista, interpellato, così descrive la sua opera: «Incontro è la parola chiave per comprendere meglio questa scultura ricavata dal tronco del “nostro piantone” e non a caso fa parte del titolo. È sotto le fronde del grande albero che centinaia di varesini nel tempo si sono dati appuntamento e si sono incontrati. L’opera rappresenta due figure abbracciate che mi riportano a un momento da me realmente vissuto. Ognuno di noi conserva il proprio ricordo, ma il “focus” resta sempre l’incontro. Il piantone è sempre stato un punto di riferimento, un simbolo. Chi con gli amici, chi con la fidanzata, una sorella o un fratello; ognuno può tornare indietro con la memoria e trovare un incontro, magari dimenticato. Adesso che non c’è più, la sua presenza manca. L’opera vuol essere un ringraziamento speciale al “nostro” cedro per aver vegliato su di noi per molti anni e un dono per tutti i varesini che lo hanno amato. Trasformarlo in arte mi è sembrato un bel modo di salutarlo e di permettere che restasse con noi per molto tempo ancora. La scultura è volutamente semplice per far sì che chi la guarda possa ritrovarsi e rivivere i propri incontri.».
Niccolò Mandelli Contegni, nasce nel 1967 e dopo gli studi in legge dal 1995 si stabilisce in Sud America dove si dedica allo studio delle culture precolombiane e da autodidatta inizia a scolpire i legni tropicali che il mare lascia sulla spiaggia. Dagli anni 2000 si dedica alle prime forme antropomorfe sempre realizzate con legni di grandi dimensioni, duri, contrastati e dai colori particolari.
Si accosta anche alla lavorazione del marmo e intorno ai trent’anni decide di approfondire la tecnica; a tal fine soggiorna per un periodo vicino ad Urbino. Dopo aver appreso le varie metodologie per la lavorazione, torna a Varese e apre uno studio sul lago, un luogo che gli è caro fin dagli anni dell’infanzia. Presso le Fornaci di Cunardo, dove sperimenta per breve anche la ceramica cotta nei forni, incontra lo scultore milanese Giancarlo Sangregorio, frequenta il suo studio di Sesto Calende e ha così modo di confrontarsi con un grande esponente della scultura contemporanea. Mantiene sempre i contatti con il Sudamerica dove reperisce il legno per sue sculture e negli ultimi anni si interessa anche all’arte africana. Vive e lavora a Varese.